La dipendenza e i comportamenti a rischio in una societa’ a rischio
La dipendenza e’ una dimensione che la persona attraversa tutta la vita e con la quale deve fare continuamente i conti. Tutti noi dipendiamo da cose e persone: puo’ essere una dipendenza “sufficientemente buona” o puo’ essere una dipendenza patologica ( da sostanze o affettiva) che si traduce in comportamenti compulsivi, dannosi per la persona che la sperimenta e per le persone con le quali e’ in rapporto.
La dipendenza e’ espressione del bisogno di sperimentare un piacere-eccitazione, fondamentale per la persona che ne e’ soggetta, ai fini della possibilita’ di vivere la quotidianita’ e di sopportare le angosce che questa comporta (Angelucci)
Spesso l’evaporazione della funzione paterna in una funzione amicale e la persecutorieta’ di un femminile invadente ed assillante mette i giovani nella condizione di sperimentare ogni rischio per potersi sentire invaso da un desiderio che non conosce.
Il vuoto rappresentazionale dei genitori puo’ impedire ai giovani di radicarsi e volare con la rete di sicurezza, bloccandolo in una sorta di guscio informe e deviante dalla norma (Vergine)
Il giovane tormentato non possiede dentro di se’ il senso del limite, ma vive su se’ stesso un territorio di frontiera.
Allora nel giovane, nell’impossibilita’ di accedere ad una rappresentabilita’ di sensazioni, affetti e pulsioni, il corpo puo’ divenire il luogo in cui agire la violenza e la distruttivita’ legata alla perdita di riferimenti e all’intollerabilita’ di contenuti emotivi che, non potendo essere esperiti nel dolore che procurano, vengono concretamente tagliati ed espulsi fuori da se’. Dunque l’esperienza psicoterapeutica si pone come luogo che, ripartendo dal corpo e dalla sua immediata fisicita’, puo’ consentire di dar voce e parola a cio’ che non e’ stato possibile riconoscere come esperienza vissuta, ristabilendo un legame con tutto cio’ che inizialmente sembra avere soltanto la possibilita’ di essere evacuato in un fatto sensoriale. (Casamassima)