Il narcisista e la tossicodipendenza: c’e una relazione?
Nel paziente narcisista e’ presente la negazione del bisogno degli altri e l’orgoglio di questa autosufficienza, oltre ad una distorsione della dimensione temporale che si esprime nel sentirsi troppo giovani o troppo vecchi, raramente consapevoli della propria eta’ reale. Nel narcisista le emozioni di odio, invidia e rabbia esplodono con improvvisa violenza, emozioni scisse e indifferenziate, la parte buia,l’ ”Ombra”, la cui integrazione risulta particolarmente dolorosa essendo in netto contrasto con la grandiosa immagine di se’. L’individuo identificato con l’archetipo del ‘puer aeternus” mostra un’incapacità di vivere nel presente, un rifiuto della dimensione spazio-temporale, della routine del vivere quotidiano, del lavoro, delle responsabilità e dei sacrifici, percio’ della vita intesa come ripetizione e processo. L’individuo identificato con l’archetipo del puer non vive quindi nella realtà e nell’azione ma in un mondo di fantasia, nell’attesa di un “giorno fatidico” in cui tutto avverrà. Nel frattempo tale individuo e’ quasi “sospeso” in una dimensione fuori tempo, conducendo una “vita provvisoria”, effimera, in una sorta di eterna aspettativa che lo fa vagheggiare di meravigliose possibilità future mai adempiute. Da qui deriva il vissuto di statica immobilita’ del “puer aeternus” che si configura come un’immagine distaccata e fredda, inaccessibile e perfetta, ma bisognosa dell’ammirazione degli altri,di figure che possano rispecchiare ammirandolo, senza disturbare. La grandiosa autosufficienza del puer, il suo immobilismo, sono esemplificate dalla figura di Narciso.
Un’ aura di passività e morte, indolenza e autoerotismo circonda Narciso, incapace di compiere il viaggio eroico, perso in un legame mai sciolto con la madre – inconscio che qui si identifica con la morte dell’Io.
Ma accanto al polo depressivo la duplicità archetipica si esprime nel puer attraverso l’oralità maniacale,la fretta,l’avidita’. La sopravvalutazione narcisistica impedisce sia il contatto umano sia la cura nei confronti di se stesso poiché, una forza archetipica non mostra alcuna attenzione per la sua incarnazione umana. La tossicodipendenza permette una condizione di autosufficienza, dove l’oralita’ si compendia nell’assunzione della sostanza psicotropa, “oggetto ideale” che elimina qualsiasi altro bisogno, compresa la nutrizione. Nel tossicodipendente ritroviamo l’ambiguita del mito e quindi dell’archetipo, il tentativo di superamento della dimensione umana e la morte, l’iperinvestimento del corpo e la sua negazione, la fuga che si immobilizza di fronte alla propria immagine.
Il tossicodipendente può a volte definirsi come partner di una relazione sadomasochistica in cui l’assunzione di sostanze psicotrope avviene su richiesta dell’altro, come segno di ribellione verso i genitori e l’autorità in genere.
Si potrebbe inoltre dire che il puer stabilisce relazioni di ‘tirannia’ tramite le quali entra in contatto con la sua “Ombra” proiettata.
Ma la contrapposizione ingenuità-crudelta’ può rimanere agevolmente all’interno della psiche dell’individuo per il quale, ci può mostrare di se’ due opposte facce, con tranquilla indifferenza – poiché – non lo tormentano i problemi etici, cosi tipicamente umani.
L’opposizione purezza -ferocia e’ una tematica valida per lo studio delle tossicodipendenze.
In conclusione, la tossicodipendenza e’ un tipo di organizzazione “narcisistica” delle strutture infantili che indebolisce e puo totalmente eliminare la parte adulta della personalità dal controllo del comportamento. La struttura interna del tossicodipendente e’ costituita da parti “buone” del Se’ tenute in stato di “passività” nei confronti di parti “cattive” del Se’. Tale asservimento a modalita’ ciniche di pensiero può trovare espressione ‘nella perversione di qualsiasi modalità’ di relazione o di attività nel mondo esterno. Nelle tossicodipendenze quindi possiamo supporre una “struttura narcisistica difensiva”: egli ‘agisce’ una lesione nei confronti di se’ stesso mostrando una notevole negazione dei pericoli cui va incontro. La “scissione” della personalità può essere presente nell’assunzione di una doppia identità sadomasochistica-masochistica in cui il tossicodipendente ‘agisce’ una persecuzione e allo stesso tempo la ‘subisce’.
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