La consapevolezza del limite
Tratto da libro “Le Passioni”
Maria Emanuela Novelli
Psicoterapeuta – Membro della Società Italiana di
Psicoterapia Psicoanalitica
Dal punto di vista evolutivo le più recenti ricerche tendono a dimostrare che la vergogna e efficace in quanto correttivo dei comportamenti devianti in rapporto al livello di organizzazione della struttura dell’Io. Se l’Io del bambino e già formato, indurre pedagogicamente un sentimento di vergogna crea la consapevolezza del controllo adattivo alle norme sociali del gruppo. Se invece l’Io non e sufficientemente sviluppato, il sentimento di vergogna ha un effetto devastante, e può essere la radice di molte problematiche narcisistiche.
Occupatosi prevalentemente di tematiche narcisistiche, Kohut sostiene che esistono fasi dello sviluppo caratterizzate dal sentimento di onnipotenza e di grandiosità. Queste fasi costituiscono l’itinerario verso un adattamento psicosociale che conduce all’accettazione del proprio limite.
Nelle personalità a orientamento narcisistico, la rimozione di un Se grandioso arcaico inconscio, e la causa della tendenza intensificata alla vergogna. Nelle parole di Kohut, « la libido narcisistica e legata alle fantasie irrealistiche grandiose inconsce… e non e disponibile in attività, aspirazioni e successi sintonici all’Io che circondano l’esperienza (pre)conscia del Se » (Kohut, 1971): la vergogna si esprime così in modo patologico.
In queste dinamiche formative il ruolo determinante e svolto dal rispecchiamento del genitore che, in vario modo, sollecita nel bambino l’esperienza del limite intesa come « esperienza costruttiva » e integrativa.
In riferimento ai versetti della Genesi 2,25 e 3,713, Adamo ed Eva, nudi come sono stati creati, all’inizio non si vergognano; dopo il peccato originale, si coprono, anzi, si nascondono dinanzi al Toro Creatore. Se si considera il peccato originale come peccato legato al desiderio di acquisizione dell’onnipotenza, attraverso la conoscenza, nell’identificazione con la figura di Dio in quanto padre idealizzato, la vergogna provata da Adamo potrebbe essere interpretata come la consapevolezza improvvisa e incisiva del « limite» da parte dell’uomo. La fantasia di una critica irridente della inadeguatezza delle ambizioni, determina il blocco dell’illusione, e fa sì che le proprie ambizioni siano interiormente derise con un probabile effetto sulla esperienza psicofisica di se (Novelli, 1986; Ruggieri, 1987); nella misura in cui l’esperienza di vergogna sia opportunamente modulata, ne consegue invece un essenziale valore di crescita in termini psicoevolutivi.
Dal punto di vista psicodinamico il messaggio biblico potrebbe sintetizzare magistralmente questi diversi livelli della dinamica evolutiva umana.
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