Desiderio, passione e noia
Il desiderio
Gli antichi Greci chiamavano desiderio . Lo volevano figlio della dea Afrodite e fratello di Eros, lo slancio d’amore , e di Photos, il rimpianto nostalgico.
Fin dall’alba dell’Occidente, dunque, il desiderio si trova al crocevia tra l’amore, la bellezza, la passione, il senso di mancanza e di perdita. Di tutte queste regioni condivide qualche spazio, senza abitarne mai compiutamente uno solo. Proiettato verso il futuro nello slancio della passione, il desiderio conosce anche la malinconica contemplazione del passato, e si muove cosi tra un non più e un non ancora.
La realtà’ dell’incompiutezza, quindi, e’ scritta nel codice genetico del desiderio stesso. Come e’ incisa , nel suo stesso nome , una sorta di mappa del cielo.
Soddisfare il desiderio significa ( e’ ancora lo sguardo etimologico ad aiutarci) “ fare abbastanza “ (salis-facere) per placarlo: ma nello spazio dell’infinito e dell’indefinito non si potrà’ mai fare abbastanza. Realizzare il desiderio ha a a che fare con l’atto di renderlo “cosa” (res) , espropriandolo di quel greto di incompiuta tensione che ne costituisce la bellezza.
Se desiderare e’ sentire una mancanza, e’ davvero cosi ovvio che questo significhi doverla riempire?
Gli esseri umani sono desiderio. Sempre. Il desiderio in se’ per se’, e’ la molla della vita. Ma si possono desiderare cose che ci fanno fiorire e si possono desiderare cose che ci fanno appassire. Il desiderio subito corre su ciò che ha una qualche convenienza per noi, ma le cose che hanno per noi convenienza sono molteplici e a volte non sono tra loro compatibili. Il desiderio e’ costretto a scegliere, prima o poi, un qualche ordine nella sequenza delle sue intenzioni.
E per far questo deve tener presente quale e’ il soggetto ultimo. Solo cosi può “ordinare” i suoi oggetti interni.Come dire che ogni essere umano deve riflessivamente mettere in campo una qualche strategia di vita. E può accadere (anzi accade spesso) che una giusta strategia di vita gli vieti di scegliere una certa cosa e gli ingiunga di sceglierne un’altra. La bontà’ della scelta e’ a volte difficile e a volte facile. Ma spesso basta anche un po’ di buon senso per non sbagliare.
E ci sono poi i sensi più acuti di quelli che riguardano il mangiare e il bere e il fare l’amore? Sono infatti queste le due grandi fonti di piacere, degli esseri umani e sono quindi queste le due grandi “tentazioni” che fanno perdere talvolta il “ben dell’intelletto”. Qui il desiderio diventa facilmente “corto” e potrebbe precipitare nella trasgressione: mentre il desiderio dovrebbe essere sempre “lungo” per seguire le indicazioni di una retta regola. Dovrebbe, cioè’, ascoltare quello che una buona riflessione gli può far vedere. Il desiderio, per quanto malato esso possa essere, nelle persone “normali” resta sempre libero nel suo fondo.
Dalla passione alla noia
Quando due persone si incontrano e si attraggono fortemente scatta la passione, la voglia di stare insieme sempre, di assaggiarsi, annusarsi, strusciarsi, stare in intimità, condividere tante cose, provare gelosia perche’ no, e desiderarsi tanto al punto tale da scordarsi talvolta si se stessi: questa e’ passione. Tutto gira intorno alla passione per l’altro /a e tutto diviene secondario….ma non dura a lungo (fortunatamente?) come tutti vorremmo, altrimenti il nostro corpo, il soma, non ce la farebbe a compiere il corso della vita costantemente in uno stato adrenalinico e di allerta.
Poi quando una coppia inizia a convivere, è logico che dapprima sia tutta un’ emozione. Ma è necessario che si tenga in conto anche “l’altra parte”: quella che ancora non ha avuto l’opportunità di vedere l’uno dell’altra.
Quando si tratta di ripartirsi i compiti e le spese, è comune che sorgano piccoli conflitti, cosi come nella gestione sei figli, cosi come nei diversi modi di vedere l’andamento domestico, precipitato delle proprie educazioni ed altri temi ancora.
E dopo i conflitti puo’ subentrare l’indifferenza. Frutto di una convivenza prolungata e poco intima, si può arrivare a sviluppare questo sentimento di apatia, disgusto e rifiuto per l’altro. È il momento in cui tutto quello che fa il partner risulta ai nostri occhi criticabile, migliorabile e sbagliato. Discutiamo per sciocchezze e non gliene lasciamo passare una. Finché non arriva il giorno in cui, nel vero senso della parola, “non ci fa più caldo né freddo”. Ci rassegniamo e viviamo infelici in uno stato di noia perenne.
Verso la noia e la routine
La routine quotidiana, la mancanza di entusiasmo e di spontaneità, l’assenza di sorprese e interessi, fondamenta fragili, la mancanza di passioni comuni… Sono molte le cause della noia. Ma, dato che per discutere servono due persone, la causa della noia in una relazione è anch’essa dovuta a entrambi i membri della coppia.
Se ci si sente afflitti o senza voglia di mettere piede fuori casa, sarebbe opportuno farlo sapere all’altro. Può darsi che non serva solo per sfogarsi, ma che possa anche aiutare il partner a capire come comportarsi. Allo stesso modo, se si trasforma in routine tutto quello che riguarda la coppia, è normale che alla fine si sfoci nella noia
La mancanza di fiducia, lasciarsi trasportare dalla gelosia, l’insicurezza, il senso d’inferiorità o la mancanza di onestà sono alcuni degli atteggiamenti che spesso tendiamo ad adottare quando non siamo felici in una relazione. Tutto ciò sfocia nella rottura o nella noia. Per questo motivo, se si vuole che la relazione continui, e’ necessario decidere di parlare e/o di migliorare la comunicazione di coppia.
Un altro errore molto comune che riguarda la vita di coppia e la induce alla fine, oltre alla mancanza di comunicazione, è la mancanza di sostegno reciproco. Spesso quando abbiamo un problema e pensiamo di parlarne, ci tiriamo indietro perché ci convinciamo che l’altro non ci capirebbe. E questa situazione peggiora quando ne parliamo e non ci sentiamo sostenuti, protetti o compresi dal partner. Per evitarlo e’ necessario essere empatici.
D’altra parte, l’avere poco tempo a disposizione è un altro grande nemico di una relazione sana. È importante che all’interno della relazione ci si prenda qualche minuto al giorno per discorrere o un contatto o una carezza o il contatto visivo… contribuirà in modo decisivo a riempire di energia entrambi. Lo stress o le troppe ore passate al lavoro sono in genere dei fattori di alto rischio.
Comunicare e’ la soluzione ottimale
Avere una relazione di coppia salutare e stabile non è un compito semplice e richiede uno sforzo e un impegno consapevole da parte di entrambi.
Ai giorni d’oggi, la mancanza di comunicazione in una relazione è l’origine del suo fallimento. Se c’è qualcosa che dà fastidio dell’altro, dalle piccole alle grandi cose, la miglior soluzione è comunicarlo. Non con un atteggiamento aggressivo, ma con l’atteggiamento proprio di chi desidera manifestare i propri pensieri. Il successo non deriva solo dal sottolineare gli aspetti negativi dell’altro/a (che deve comunque prendere in considerazione le critiche e per quanto e’ possibile modificare alcuni aspetti). La cosa più importante è il sentimento. Per questo motivo, e’ necessario parlare anche delle cose positive e non dimenticare di sottolineare ciò che l’altro/a fa e che ci piace.
Il silenzio non si sente, ma riempie tutto.
Rendendo l’altro consapevole di quello che dà fastidio, forse si possono limare o modificare quelle abitudini che disturbano. E, se non accade, non andrebbe preso sul personale; semplicemente, cercare di capire che nessuno è perfetto. E, proprio come il partner, anche l’altro/a ha degli aspetti più stravaganti.
Al contrario, se viene scelto il silenzio, non solo si omettono delle informazioni che possono arricchire il legame, ma il malessere interiore crescerà sempre di più. E, alla fine, si scoppia per ogni sciocchezza. Comunicare è vivere. E ciò che non si dice, ciò che l’altro non sa, è come se non esistesse.
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