La separazione comporta una sofferenza che si puo’ superare
La separazione costituisce un evento dal potenziale altamente stressogeno,
Non tutti si separano in egual modo perché ognuno di noi ha una storia e un vissuto personale che determinano percorsi di separazione differenti: alcune coppie ci arrivano attraverso riflessioni condivise e scelte ponderate, per altre l’interruzione del rapporto giunge dopo litigi e conflittualità, per altre ancora è frutto di una decisione unilaterale.
E’ superfluo dire che la separazione genera uno stress nell’essere umano e spesso può essere considerato un micro lutto. Il potenziale destabilizzante non riguarda solo la decisione di separarsi come evento unico, ma coinvolge l’intera gamma di esperienze emotivamente difficili che solitamente precedono e seguono la fine di una storia. Le conseguenze collaterali, come il cambio di residenza di uno dei partner, la modifica delle modalità e dei tempi di frequentazione dei figli, le implicazioni economiche, i cambiamenti relazionali costituiscono ulteriori fonti di stress, che si sommano alla dolorosa necessità di rielaborare il significato delle proprie scelte di vita e la propria identità.
Inizialmente la separazione genera nell’individuo incredulità, negazione e sofferenza,destabilizzazione ma e’ necessario poi riuscire a mobilitare una quota di risorse che consente di ritrovare un soddisfacente equilibrio emotivo e psicologico. Purtroppo pero’ spesso può emergere un’incapacità di voltare pagina, di riprendere in mano la propria esistenza, di superare il dolore legato alla separazione. Si tratta di situazioni in cui la sofferenza soggettiva va ben oltre la fisiologica elaborazione della fine di un legame. La sintomatologia è molto più intensa e duratura, spesso accompagnata da pensieri intrusivi, disturbi del sonno, stati di costante tensione e iper-arousal, evitamento di stimoli (comportamenti, luoghi, contesti e/o persone) associati all’evento traumatico. La fissazione su alcuni elementi della separazione sembra precludere la possibilità di concentrarsi su altro e l’intera esistenza dell’individuo finisce per ruotare attorno a questa tematica. (Riva)
In questi casi è possibile che le dinamiche stressogene della separazione s’innestino in modo particolare su pregresse caratteristiche di funzionamento dell’individuo, assumendo una valenza traumatica. Di seguito i segnali più ricorrenti di questa dolorosa condizione:
- pensieri intrusivi, ossia ricordi involontari legati ai momenti di maggiore stress che si presentano all’improvviso, rinnovando disagio e sofferenza;
- disturbi del sonno (fatica ad addormentarsi, sonno leggero, incubi e/o risvegli precoci);
- evitamento di stimoli che richiamino alla mente la relazione con l’ex partner (passare di fronte al ristorante abituale, incontrare amici comuni, ecc.), generando ansia;
- difficoltà di concentrazione;
- disagi somatici (problemi di stomaco, cefalea, tensione e/o stanchezza cronica);
- disperazione e senso di vulnerabilità derivanti dalla non accettazione della separazione che impediscono alla persona di pensare al futuro in modo adeguato con il rischio conseguente di manifestare irritazione verso l’entourage familiare e amicale e/o indifferenza verso cose che in precedenza erano importanti.
La psicoterapia, attraverso il sostegno psicologico, può rivelarsi fondamentale per non cronicizzare la situazione di stallo e sofferenza. Infatti quando un individuo assiste o si trova a vivere un evento traumatico (un conflitto molto elevato, una perdita, un abbandono, la scoperta di un tradimento, ecc.), il ricordo connesso si “congela” nella mente nella sua forma ansiogena originale nello stesso modo in cui è stato vissuto. L’informazione “congelata” non riesce a essere elaborata “naturalmente”, come avviene per gli eventi di minore impatto (un litigio di poco conto, una piccola frustrazione, ecc.), e quindi rischia di continuare a condizionare in senso patologico il funzionamento dell’individuo. Questa e’ la fonte di sofferenza maggiore. Con la psicoterapia si cerca di riorganizzare l’evento traumatico come fossero tasselli di puzzle che vanno a ricomporre un unicum. Inoltre anche la terapia dell’Emdr puo’ fornire un aiuto importante perché a fronte del ricordo del trauma e dell’esperienze ad esso connesse non si provi più quel gradiente di sofferenza che blocca l’ individuo ad andare avanti e a ricostruire una vita migliore.
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